Racconti

I MIEI RACCONTI

NON DIRE GATTO FINCHE’ NON CE L’HAI NEL SACCO

viale

Prima colazione in Austria. Jani e’ stanco, ci fermiamo in un autogrill. Scendo, sperando che il frigorifero se ne sia andato per la sua strada; niente da fare e’ sempre ben saldo, e sembra quasi che il viaggio gli abbia fatto bene. Entriamo: camionisti e gente normale, e quell’atmosfera da mattina presto. Nell’aria un profumino di strudel caldo: anche un diabetico avrebbe dei problemi a non fare uno strappo alla regola, non so’ se rendo l’idea. Rinfrancati ripartiamo, guida Gianni. Qualche sorrisino compassionevole da una macchina targata Pavia, rispondo con un gesto tutto mio: tra l’interrogativo e lo sfotto’.

Vienna non mi sembra molto pulita, almeno i posti dove andiamo. Centro commerciale: Jani deve comperare il regalo per il compleanno di Parvoleta. Ci assoggettiamo. Alla fine usciamo con due friggitrici. Gianni dice: “Il fritto fa male al fegato”. Io dico: “Guarda come sono ridotti gli Americani”.Mi sento come il fratello più stupido di James Bond; se vuole comprare due friggitrici, affari suoi, tanto ha una testa da Bulgaro. La nostra attrezzatura di bordo comprende adesso, oltre al bagaglio personale, due friggitrici, il frigo incombente sul tetto… Usando un’antica tecnica Ninja, inizio l’ avvicinamento all’obiettivo, lentamente, con noncuranza, ballando dal bordo della pista e inserendomi casualmente. La manovra viene scoperta quasi subito, e le rimanenti del gruppo si uniscono precludendomi il successo. Al momento non mi vengono in mente altre tattiche, e continuo a dimenarmi sulla pista. Per fortuna i due maschi giapponesi vengono a darmi una mano, usando la mia stessa tattica: me li trovo alle spalle e… comincio a preoccuparmi…

AMSTERDAM: ESTERREFATTI!

Finalmente, dopo aver trovato il Luppolo, che credevamo scomparso; ipotizzando un futuro di birre fatte con le polverine, alberi e vedute di vacche tutte ordinate, nella migliore tradizione germanica, un cartello attira la nostra attenzione. W.C. ! Due Caffè e un gelatino 10.000 lire: lasciamo perdere la qualità del caffè, il gelato non l’ ho assaggiato; mi sembra furto con destrezza! Siamo sfortunati a Francoforte; c’è l’aeroporto che costeggia l’autostrada, e con il traffico che c’è puoi vedere la pancia degli aerei, questa volta non succede. Arriviamo a Dusseldorf (Scusate i puntini?!), e senza uno straccio di cartina cerchiamo il nostro albergo… Parcheggiato “il Nonno”, iniziamo a trasgredire: prima canna legale al Mister Adams. .

sandro

Sono un po’ imbarazzato: non è che fumo tutti i giorni; quando capita, e di solito è di rado. Ma farsi un Joint senza problemi, davanti ad un ritratto di Bob Marley dopo mezz’ora che sono ad Amsterdam decisamente è una esperienza nuova: anche perché a 18 anni non avevo tempo, e a 40 l’ho fatto, e comincio ad essere esterefatto. Torniamo in hotel: Eureka si chiama, a quattro passi da Dam con splendida vista sul canale; ha un piccolo neo, è in un quartiere frequentato da Gay. Tanto non sono fastidiosi, anzi, e se tu sei… diverso, non ti rompono assolutamente le scatole. Giretto serale: il ponte verso Dam, la sede della borsa dei Diamanti e poi indietro per un’altra strada pedonale, i negozi stanno chiudendo e sui marciapiedi rimangono i resti della giornata passata. Gli ultimi suonatori cantano, è un piacere sentirli nel silenzio e devo dirlo a Franco, che continua a farmi domande; a me che è la prima volta che passo di lì. Mi scappa un: “Cazzo, voglio ascoltare la musica!” non volevo essere scortese ma forse ci sono riuscito: che stia cominciando a entrare nel “Tunnel”?…

LUPO ULULÀ

pesce

Il sole picchiava duro a qualche kilometro da Tulum: era un sole duro, diverso da quello brasiliano che conoscevo; stavo aspettando che qualche “Combi” passasse, avevo appena bevuto un cocco a un prezzo da turista e acquistato un Pareo fatto in India, visto quello che rimaneva di una antica città Maya… era il mio 45esimo compleanno, mi ero fatto fare una foto da un turista Americano che mi aveva ringraziato! Il sole picchiava duro a sud di Tulum! Tanto ero li’… come, quando, dove… quale ragione? Mentre il sole picchiava duro a sud di Tulum mi stavo facendo queste domande.

Naturalmente non ero in grado di trovare delle risposte mentre cercavo di spiegare che Verona e’ un poco più a nord di Napoli e non e’ in Sicilia a qualche stregone Maya che tentava di vendermi qualcosa. “Dove siamo” , chiedevano i soldati spagnoli ai nativi… la risposta era sempre quella, uguale, forse monotona: “ Yucatan” che vorrebbe dire… credo : “Non lo so’ ” . Succedeva tanto tempo fa, noi eravamo ancora delle idee… Il sole picchiava duro, a sud di Tulum… Salgo sulla combi, e andiamo a recuperare dei malati (quelli col braccialetto) a Playacar. Riusciamo a passare senza che ci sparino addosso e carichiamo un gruppo di “menager”(licenza poetica) di una multinazionale con mogli al seguito. Tra un turbinio di Nikon… e qualche Canon, si sistemano.

Dopo qualche minuto cominciano a rompere il ghiaccio: cioè a parlare di lavoro, e la guida… di cui non ricordo il nome, e mi spiace, ha cominciato a spiegarci il come e il dove. Il resto della compagnia era composto da una coppia di professori universitari modenesi, una coppia di amici napoletani, una single non proprio carina, io che non sono una bellezza e l’ autista. Il cast ideale di un film su Fantozzi! Filiamo verso la nostra destinazione, non senza una sosta idraulica e qualche buca. All’ arrivo conosco i nostri barcaioli: Ismael, e il Vecchio di cui non ricordo il nome. Stringo la mano a tutti e due, e mettendomi il mozzicone della sigaretta in tasca salgo su una della due barche… arriva la multinazionale, e mi chiedono gentilmente di passare sull’ altra, nessun problema anzi meglio. Partiamo verso un coccodrillo che riesco a vedere solo al secondo passaggio, e sono ancora convinto sia finto, ma quando ne vedo due che si buttano in acqua mi passa la voglia di provare con la mano, poi tra svolazzare di Fenicotteri rosa, Aironi, Pellicani, Fregate… e anche qualche Mosquito che passava di li’ per caso; Ismael tira su’ dall’ acqua due alieni che poi spiega si chiamano Scarafaggi di mare…

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